2016/01/12

Buon compleanno, Progettista Capo!

di Paolo Attivissimo

Korolev a 32 anni.
È il 12 gennaio 1907 (30 dicembre 1906 nel calendario giuliano): nasce a Zhitomir, in quella che oggi è Ucraina ma allora era un governatorato dell’Impero Russo, Sergei Pavlovich Korolev (Серге́й Па́влович Королёв; pronuncia). Diventerà il principale artefice del programma spaziale sovietico, portandolo a una serie ineguagliata di primati, ma non potrà mai vantarsene pubblicamente.

Da giovane studia aeronautica a Mosca sotto la guida di Andrei Tupolev, si qualifica come pilota e lancia, nel 1933, il primo razzo a propellente liquido in Unione Sovietica. Ma durante una delle tante purghe ordinate da Stalin viene arrestato e condannato ingiustamente a dieci anni di lavori forzati nel gulag di Kolyma, dove perde tutti i denti e si frattura la mandibola.

Viene trasferito in un carcere a Mosca dopo cinque mesi di gulag e passa cinque anni a lavorare a progetti di aerei e razzi insieme ad altri ingegneri incarcerati. Nel 1945, però, viene nominato colonnello dell’Armata Rossa e viene spedito in Germania: una svolta repentina dovuta al fatto che servono le sue competenze per decifrare i razzi V2 tedeschi che l’esercito russo è riuscito a catturare (il loro progettista, Wernher Von Braun, si è arreso agli americani, che se lo tengono stretto).

Korolev impara in fretta: è suo il primo missile balistico intercontinentale al mondo, l’R-7; sono opera sua il primo satellite artificiale (lo Sputnik 1), il primo cane nello spazio, il primo uomo nello spazio, il primo equipaggio multiplo, la prima donna nello spazio, la prima passeggiata spaziale, il primo satellite spia sovietico, le prime sonde lunari e interplanetarie e il gigantesco razzo N-1 concepito per portare un russo sulla Luna. Tutto progettato e costruito con risorse tecniche ed economiche ridotte all’osso, in un regime di segretezza e paranoia politica senza pari.

Il suo nome resterà un segreto di stato fino alla sua morte nel 1966, a 59 anni, dovuta alle inattese complicazioni di un intervento chirurgico di routine; prima di allora verrà sempre citato ufficialmente soltanto come il Progettista Capo. La più grande testimonianza del suo talento è il fatto che ancora oggi gli astronauti e cosmonauti di tutto il mondo – compresa la nostra Samantha Cristoforetti e, prossimamente, Paolo Nespoli – vanno nello spazio usando un razzo che è un’evoluzione dell’R-7 di Korolev di quasi sessant’anni fa.


Tratto dall’Almanacco dello Spazio.

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