2013/09/30

Recensione: Cold War Space Sleuths: The Untold Secrets Of The Soviet Space Program (2013)

di Paolo Attivissimo. Questo articolo vi arriva grazie alla donazione per il libro “Luna? Sì, ci siamo andati!" di maxfyx*.

I primi decenni del programma spaziale sovietico furono caratterizzati da una segretezza che sconfinò spesso nella paranoia e nel ridicolo. Mentre i servizi di spionaggio dei governi occidentali usavano le proprie risorse umane e tecniche per acquisire intelligence che tenevano per sé, c'era un programma di “spionaggio” parallelo, condotto dagli appassionati che usavano il proprio talento e le proprie competenze per analizzare i documenti pubblicamente accessibili e gli errori della censura sovietica per estrarne indizi preziosi.

Cold War Space Sleuths: The Untold Secrets of the Soviet Space Program, a cura di Dominic Phelan (Springer, 320 pagine, ISBN-10: 1461430518) racconta per la prima volta la storia di questi investigatori, ricorrendo spesso alla loro voce diretta.

Nel corso del libro affiorano molti dei temi classici della cosmonautica, comprese le tesi di complotto sui cosiddetti “cosmonauti perduti” cari ai fratelli Judica-Cordiglia (citati nel testo), e si forma un quadro storico che oggi rischia di andare perduto. Col passare dei decenni, è sempre più surreale e meno intuitivo pensare che negli anni Sessanta non si sapeva nulla (almeno pubblicamente) del programma di allunaggio umano sovietico e che molti dei commentatori più in vista erano convinti che la corsa alla Luna fosse in realtà una fuga solitaria degli Stati Uniti alla quale l'Unione Sovietica non stava affatto partecipando.

Fra i protagonisti e narratori diretti di queste investigazioni cito Brian Harvey, esperto nell'analizzare le riviste e le trasmissioni radio russe ufficiali; Sven Grahn, con le sue intercettazioni dei segnali radio delle missioni; Asif Siddiqi, storico ed esploratore degli archivi sovietici; Bert Vis, cosmonauta olandese, con le sue visite ai centri di addestramento oltrecortina; James Oberg, storico che non ha bisogno di presentazioni fra gli appassionati e autore di numerosissimi scoop e libri di astronautica e cosmonautica; Christian Lardier, che racconta gli sforzi dei ricercatori francesi, il cui lavoro restava spesso ignorato negli Stati Uniti e nel Regno Unito a causa della mancanza di traduzioni. Un problema che si presenta tuttora: troppi libri fondamentali per la conoscenza dell'astronautica non vengono tradotti in italiano.

Spero che questo bel libro, che in molti punti somiglia a una spy story e rivela immagini toccanti (come la tomba di Valentin Bondarenko, sulla quale solo in seguito, con la glasnost, fu aggiunta la dicitura “cosmonauta”), non subisca la stessa limitazione.